Quando si parla di rifiuti, è opportuno fare una classificazione. Gli urbani, ad esempio, differiscono dagli speciali. Come riconoscerli?

La normativa sui rifiuti

L’articolo 184 del decreto legislativo n. 152/2006 stabilisce una classifica dei rifiuti: urbani, speciali, pericolosi e non pericolosi. Per conoscere, quindi, la differenza tra i primi due, è necessario sapere che cosa dice la norma. Sia i rifiuti urbani, sia i rifiuti speciali, possono a loro volta essere classificati in pericolosi o meno (fatta eccezione per gli urbani domestici).

La prima classificazione da fare è la seguente: i rifiuti urbani sono quelli che provengono dalle abitazioni, dall’attività di spazzamento della strada oppure dalla pulizia di aree verdi, come disciplina il comma 2 dell’articolo 184 della sopracitata legge. I rifiuti speciali, invece, provengono da attività industriali, artigianali, commerciali, agricole o di servizi, come disciplina il comma 3. 

Quali sono nello specifico le differenze

Andando più nello specifico, la legge parla di rifiuti urbani come quelli che provengono da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione, quelli che giacciono sulle strade ed aree pubbliche o private, sulle spiagge marittime e lacustri e sulle rive di corsi d’acqua. Ancora, vi rientrano i rifiuti vegetali provenienti da giardini, parchi, aree cimiteriali, quelli provenienti da esumazioni ed estumulazioni.

Tra gli speciali possono rientrare anche i pericolosi che derivano dalle attività di scavo, di demolizione, di costruzione, da attività di recupero e smaltimento di rifiuti, ma anche i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti di acque, nonché dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi. Infine, vi rientrano anche i rifiuti derivanti da attività sanitarie.

Altra distinzione è quella tra rifiuti domestici e non domestici. I primi sono i rifiuti urbani che provengono da locali e luoghi di civile abitazione e non sono mai pericolosi. I secondi, invece, sono tutti gli altri rifiuti urbani che non provengono da locali o luoghi adibiti a civile abitazione. Possono essere classificati, nel caso, in rifiuti pericolosi, ma devono essere valutati caso per caso.

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