Da quando è stato emanato il Decreto Legge del 19 maggio 2020, n 34, atto a fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid-19, abbiamo assistito a un aumento esponenziale delle ristrutturazioni edilizie.
Il decreto, infatti, aveva come scopo quello di incentivare la ripresa economica. Queste ristrutturazioni d’altro canto, hanno portato a un aumento dei materiali di scarto che devono essere smaltiti correttamente.
In questo approfondimento E.C.S. vi spiegherà come comportarvi.

 

Smaltimento secondo il testo unico ambientale

L’onere dello smaltimento spetta al soggetto che li ha generati, quindi, – la maggior parte delle volte – all’impresa che ha effettuato i lavori. Questa deve compilare un formulario in cui deve specificare le seguenti informazioni: ragione sociale, da dove ha origine il materiale di scarto, il tipo di materiale, la quantità, l’impianto di smaltimento di destinazione e il tragitto. Se l’originatore dei rifiuti è il privato cittadino, l’onore dello smaltimento ricade su quest’ultimo.

 

La separazione dei rifiuti

È importante differenziare i rifiuti come per la raccolta quotidiana. Non possono essere posti in un unico cassonetto ma devono essere predisposti in aree diverse in base al materiale. Per esempio, murature, calcinacci, malte e intonaci devono essere separati da plastica, legno e metalli vari come il ferro e alluminio. Se lo scarto prodotto è inferire a 30kg al giorno e non rientra in quelli pericolosi, allora il privato cittadino, senza necessità di formulario, può smaltire gli scarti recandosi all’isola ecologica più vicina. In caso contrario il privato cittadino deve rivolgersi a una ditta specializzata e autorizzata al ritiro di calcinacci e rifiuti edili generici.

 

E.C.S. è a vostra disposizione per maggiori chiarimenti e per aiutarvi a smaltire i vostri i rifiuti edili in totale sicurezza e, ancora più importante, nel rispetto della legge e della tutela ambientale.

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